Monti Sibillini
Roveja

La roveja, anche detta rubiglio o corbello, è un piccolo legume, affine al pisello e con sapore simile alla fava, tradizionalmente coltivato nelle Marche. Molto probabilmente proviene dal Medio Oriente: in Europa è conosciuta sin dalla preistoria, e insieme a lenticchia, orzo e farro, rappresentava la base dell’alimentazione umana nel neolitico. La roveja è stata quindi sicuramente utilizzata per molto tempo dalla popolazione marchigiana a scopo foraggero e da quella dei Sibillini, e più genericamente dell’area montana, anche a scopo alimentare sia come granella fresca che secca ridotta in farina, per cucinare una speciale polenta detta farrecchiata.
Questo tipo di pisello, oltre ad essere coltivato, cresceva e cresce tuttora, in modo spontaneo, nei prati e lungo le scarpate. Si seminava in primavera, si falciava a fine estate e, dopo qualche giorno di essiccazione, si trebbiava con una trebbia fissa, come per la lenticchia.

Attualmente la specie è in pratica scomparsa dai campi, ma rimasta nella memoria degli anziani contadini e in alcuni nomi popolari. La sua coltivazione è stata reintrodotta in piccolissimi appezzamenti da agricoltori che vogliono diversificare le produzioni e riscoprire, conservare e valorizzare la cucina tradizionale.
E’ utilizzata quasi esclusivamente trasformata in polenta o zuppa da alcuni agriturismi e ristoranti tipici, e in alcuni casi viene anche venduta, in negozi specializzati e nelle aree tradizionali, come granella o farina in sacchetti preconfezionati.

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