La pompìa, o meglio sa pompìa, è un agrume appartenente alla famiglia dei cedri che cresce spontaneamente ed esclusivamente in Sardegna, principalmente in provincia di Nuoro nei comuni di Siniscola e di Orosei. Le sue origini non sono conosciute: non si sa se, o quando venne importata a Siniscola o se si tratta di un ecotipo. Il frutto, coltivato da antichissima data, può pesare sino a 700 grammi e presenta una forma generalmente sferica leggermente schiacciata con una scorza gialla, spessa, porosa e bitorzoluta.
Il frutto vero e proprio all’interno è molto piccolo e di sapore acre, con un profumo agrumato.
La pianta è piuttosto grossa e produce molto di frutti, offrendo produzioni di diversi quintali.
Come frutto la pompia non è commestibile per via del suo sapore sgradevole; viene utilizzata solo la sua buccia per preparare altri due prodotti tradizionali sardi: la pompia intrea, ovvero scorza d’agrume candita, e l'aranzada, dolce nuorese a base di scorze d'arancia, mandorle e miele.
Infine alcuni riempono la pompìa con mandorle tritate, ottenendo così un dolce chiamato pompia prena.
Oggi gli alberi di pompìa crescono sporadicamente nelle campagne della Baronia e gli agricoltori della zona hanno alcuni alberi soprattutto per il consumo famigliare; solo due di loro coltivano veri e propri agrumeti e vendono le pompìe alle poche pasticcerie e ai ristoranti di Siniscola che producono dolci tradizionali. Per questo motivo è stato istituito un Presidio Slow Food, sostenuto dal comune di Siniscola, con il patrocinio dell'Assessorato all'Agricoltura e alla Riforma Agropastorale della Regione Autonoma della Sardegna, e dal Villaggio delle Imprese Progetto Equal Innovazione e Tradizione.
Il Presidio ha riunito i coltivatori, i pasticceri e i ristoranti di Siniscola con l’obiettivo di far conoscere questo agrume singolare anche al di fuori del ristretto mercato locale e fare ricerca per individuare nuove possibilità di trasformazione e impiego dei frutti.