Nella gastronomia sarda lo zafferano è un ingrediente fondamentale di molte pietanze dove si unisce agli altri ingredienti per dare aroma e colore. Le origini di questa spezia nell'isola risalgono ai tempi dei Fenici, che la introdussero. Poi sotto il dominio punico e nel periodo romano e bizantino, si consolidò la coltivazione e il suo utilizzo principalmente per scopi tintori, terapeutici e ornamentali.
La coltivazione dello zafferano si diffuse maggiormente nell'Ottocento, dove veniva impiegato non solo nel campo medico ma anche per la tintoria delle sete e dei cotoni e in cucina nelle preparazioni tipiche di pane, primi, secondi e dolci o, nei mercati, come merce di scambio.
Tutt'oggi questa preziosa spezia, pur avendo perso la sua funzione di metro di valutazione dello stato sociale delle famiglie, rimane un’importante fonte di integrazione al reddito, oltre che il simbolo della cultura e della tradizione di un popolo che da sempre si dedica all’agricoltura ed alla pastorizia.
Per il caratteristico colore degli stimmi questa preziosa spezia viene chiamata dai produttori locali zafferano rosso di Sardegna, tuttavia grazie al ricavato che si realizza per ettaro di superficie viene più correttamente denominato oro di Sardegna.
Lo Zafferano di Sardegna ha ottenuto nel febbraio del 2009 il riconoscimento a livello europeo della Denominazione di Origine Protetta D.O.P..
Viene coltivato nella provincia del Medio Campidano ed in particolare nei comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca dove, grazie alle caratteristiche morfologiche e pedo climatiche, unite a tradizionali tecniche di coltivazione e lavorazione tramandate nei secoli di padre in figlio, consentono di ottenere un prodotto con peculiarità organolettiche e gustative uniche ed inconfondibili.
La Denominazione d’Origine Protetta (D.O.P.) “Zafferano di Sardegna” è riservata allo zafferano essiccato in stimmi o fili proveniente dalle coltivazioni di Crocus sativus L. rispondente alle condizioni ed i requisiti stabiliti nel presente Disciplinare di Produzione.
Nella cucina locale, tradizionalmente, si utilizza un pò dappertutto: la fregola (versione sarda del cuscus), i malloreddus, il ragù di salsiccia, le minestre, il brodo (di manzo o di pecora), ma anche i dolci, ad esempio le pardulas (fagottini ripieni di ricotta o di formaggio e cotti al forno) e i fritti di carnevale.
Nel settembre del 2007 è stato istituito il Consorzio per la Tutela dello Zafferano di Sardegna D.O.P.. Il Consorzio svolge attività di valorizzazione, tutela e promozione del consumo dello Zafferano di Sardegna D.O.P. e cura gli interessi relativi alla denominazione.
Per lo Zafferano di San Gavino Monreale è stato istituito un Presidio slow Food. Coltivato e lavorato soltanto nel comune di San Gavino Monreale, lo zafferano del Presidio è prodotto secondo un disciplinare rigoroso.