
Il tipico piatto laziale della pasta con la Salsa all’Amatriciana ha radici che affondano in una cucina di pura estrazione popolare, semplice, genuina, ricca di sapori e piuttosto varia. Nella Campagna Romana durante il periodo di lontananza dalla famiglia e dalle abitazioni, i pastori trasformavano il latte delle loro pecore in formaggi pecorini che utilizzavano anche per alimentarsi insieme a carni salate e stagionate, come ad esempio il guanciale.
Con questi semplici ingredienti i pastori condivano e cucinavano con una padella di ferro dal lungo manico il loro frugale e sostanzioso pasto unico di pastasciutta di Amatriciana bianca.
Rielaborando ed arricchendo questa elementare preparazione contadina, e con l’introduzione del pomodoro intervenuta all'inizio dell'800, la popolazione di Amatrice, paese in provincia di Rieti al confine tra Lazio e Abruzzo, ha dato vita alla Salsa all'Amatriciana: aggiungendo il pomodoro al guanciale, che unito al formaggio pecorino, ha reso succulenta una salsa per la pasta, la cui fama ha varcato i confini nazionali per affermarsi anche nella cucina internazionale.
Erroneamente alcuni attribuiscono l'Amatriciana alla cucina Romana, dimenticando che furono invece i pastori, che con gli spostamenti stagionali della transumanza verso le campagne romane, fecero conoscere questa ricetta nella capitale.
Dal 1967 ogni ultimo sabato di agosto il comune di Amatrice festeggia questa specialità regionale con la tradizionale Sagra degli Spaghetti all'Amatriciana, che nel 2008 ha raggiunto la 42° edizione.
Solo rispettando gli ingredienti della tradizione culinaria del posto, è possibile preparare la vera Salsa all’Amatriciana.
Le componenti più tipiche e locali sono il guanciale ed il pecorino, insieme all’olio DOP della Sabina.