Nella provincia di Reggio Calabria, e in particolare nell’area grecanica dell’Aspromonte, dello Zomaro e la fascia ionica della stessa provincia, i pastori producono, solo nel periodo pasquale e solo su richiesta, il Musulupu, tradizionale formaggio ovi-caprino da tavola di origine greco-albanese. Viene anche chiamato Musuluco, e il suo nome deriverebbe secondo alcuni studiosi alla lingua romanza latina dialettale usata in loco, mentre per gli altri avrebbe origine dalla lingua grecanica o, addirittura dall'arabo, e significherebbe boccone del lupo.
La sua particolarità è rappresentata dalla Musulupara, cioè lo stampo di legno, spesso gelso, in cui viene collocato il coagulo. Essa si presenta sotto varie forme, dalla coppa semisferica rappresentante il seno di una donna, al profilo in miniatura di una figura femminile.
Il Musulupu è caratterizzato da forma semisferica, una crosta finemente intarsiata, una pasta molle, uniforme di colore bianco. Ha un sapore dolce, dal gusto e l'odore di fermenti lattici.
Si consuma fresco insieme alle verdure di stagione, sulla pasta e anche come base per dolci tradizionali.
Il Musulupu dell'Aspromonte fa parte dell'Arca del Gusto, progetto della Fondazione Slow Food che raccoglie le piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall'agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall'omologazione.