Le prime tracce del cardo sono state ritrovate nell'Africa del nord, da dove poi si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. Per trovare le prime testimonianze del cardo Bianco bisogna aspettare il Cinquecento, e il Settecento perché ne vengano citate le qualità e l'abbinamento ad una salsa calda a base d'olio, aglio, sale e acciughe progenitrice della bagna caoda Piemontese.
Il Cardo di Nizza si diffonde a partire dal Novecento nei terreni del Belbo e i primi riconoscimenti si hanno già a inizio secolo durante le manifestazioni di orticoltura e frutticoltura di Casale Monferrato dove il cardo gobbo di Nizza Monferrato è citato esplicitamente.
La sua produzione è ristretta all'area della Valle Belbo, tra Nizza Monferrato, Incisa Scapaccino e Castelnuovo Belbo, dove trova le condizioni ideali per la sua coltivazione grazie ai terreni sabbiosi e alluvionali.
La varietà Spadone, la più pregiata, ha un'altezza di circa 80 cm, foglie piuttosto larghe con nervatura bianca, la semina si effettua verso la metà di maggio in terreni poveri senza l'intervento di fertilizzanti chimici. Dopo circa un mese dalla semina occorre effettuare il diradamento e una o più sarchiature per favorire la circolazione dell'aria nel terreno ed eliminare le erbe infestanti.
L'imbianchimento del cardo di Nizza Monferrato è un'operazione molto onerosa e caratteristica che avviene esclusivamente sotto terra. Venti giorni prima della raccolta, le piante devono essere legate a ciuffo e adagiate, senza danneggiarne le radici, in un solco laterale, il tutto viene poi ricoperto da uno strato di terra. I giorni d'interramento e lo strato di terra aumentano con la diminuzione delle temperature da settembre a novembre.
La raccolta che inizia della prima decade di ottobre si effettua manualmente. La coltivazione del cardo di Nizza Monferrato ha una durata di circa 5 mesi dalla semina all'interramento della pianta.
Il prodotto finale si presenta bianco, per la perdita della clorofilla, le coste assumono la caratteristica gobba perdendo gran parte della fibrosità e diventando croccanti e dolci.
Se consumato a crudo, il cardo va pulito con cura dai filamenti ed immerso in acqua e limone per evitare che diventi scuro; se cotto, durante la bollitura devono essere aggiunte alcune gocce di limone per evitare che diventi di colore bluastro.
Il cardo nicese è ottimo consumato crudo con la "bagna caoda".
Il "Cardo Gobbo di Nizza Monferrato" è un Presidio Slow Food sostenuto dalla Provincia di Asti e dal Comune di Nizza Monferrato, in quanto qualche anno fa i cardaroli erano pochi e malpagati e il cardo rischiava di scomparire.
Il Presidio ha stilato un disciplinare che consente solo l’utilizzo della varietà Spadone, la migliore e la più tradizionale, tutte le operazioni sono manuali e non è previsto nessun fertilizzante chimico, nessun tipo di erbicida o di antiparassitario chimico.