
Primo piatto tipico della cena per la Vigilia di Natale nelle province mantovana, piacentina e reggiana che segue il precetto religioso cattolico di non consumare carne il 24 dicembre, sono i tortelli di zucca. Le origini sembrano risalire al Rinascimento e sono indubbiamente legate alla conquista europea dell'America con la conseguente scoperta della zucca.
La sua variante più famosa è rappresentata dai tortelli mantovani, noti anche come tortei de soca, ma sono diffusi, con poche varianti, anche nelle vicine province di Parma, Reggio Emilia, Piacenza e Cremona.
Il ripieno mantovano è costituito da zucca, amaretti, grana padano, noce moscata e mostarda mantovana, quello emiliano non contempla l'utilizzo degli amaretti, mentre quello cremonese prevede l'uso di mostarda dolce in sostituzione di quella piccante.
I tortelli di zucca sono un piatto molto particolare che unisce alla dolcezza naturale della zucca il sapore leggermente piccante della mostarda, conferendo al piatto il suo tipico sapore agrodolce che li rende inconfondibili e particolari.
Il condimento tradizionale è costituito da burro fuso in tegame, leggermente scurito ed aromatizzato con salvia, versato direttamente nel piatto del commensale ed aggiunto di abbondante grana grattugiato. A partire dalla seconda metà del XIX secolo si sono diffusi anche altri tipi di condimenti a base di burro soffritto con cipolla e pomodoro, unito a lardo o pancetta di maiale. Nel piacentino, sono talvolta accompagnati da sughi rossi con funghi porcini, mentre nel mantovano è possibile gustarli anche con un sugo di pomodoro che esalta il contrasto tra il dolce della zucca e l’aspro del pomodoro.
I tortelli di zucca sono anche un piatto della tradizione ferrarese dove vengono chiamati cappellacci di zucca in riferimento alla forma vagamente somigliante a quella del cappello di paglia dei contadini ferraresi, chiamati per l'appunto cappellacci, caplaz nel dialetto locale.
Le loro origini vengono fatte risalire al 1500: si tratta di una pasta fresca all’uovo, ripiena di polpa di zucca cotta al forno e insaporita con formaggio e noce moscata. L’antica ricetta, scritta da Gian Battista Rossetti, scalco di Lucrezia d’Este, comparve in un libro stampato a Ferrara nel 1524.
La coltivazione della zucca, che era tradizionalmente presente nel territorio ferrarese, specie lungo il litorale adriatici, è tuttora importante nell’economia agricola locale.