Un piatto tipico della gastronomia abruzzese, ed in particolare di quella teramana, sono le scrippelle, dette anche screppelle, sottili frittatine preparate con farina, uova e acqua. Le scrippelle sono ingredienti principali di sfiziose preparazioni locali come le scrippelle ‘mbusse, ossia bagnate, farcite di formaggio, arrotolate su se stesse e servite in brodo leggero di manzo, talvolta anche con tacchino o brodo di gallina; il timballo alla teramana, in cui al posto della pasta sfoglia vengono usate le scrippelle disposte a strati, una sull’altra, e alternate con un ricco condimento. Il condimento può essere sia solo in bianco con carciofi fritti, oppure spinaci o piselli, e scamorza, sia aggiungendo un sugo realizzato con un trito di carne di manzo, agnello e maiale, polpettine, pomodoro, cipolla, carota, parmigiano e uova sbattute con il latte. Infine le scrippelle possono essere utilizzate anche per preparare gustosi cannelloni farciti con un impasto a base di carne o di ricotta e spinaci e conditi con il gustoso ragù del timballo.
Per la preparazione delle scrippelle occorre amalgamare uova e farina, diluendole con mezzo bicchiere d’acqua per ogni uovo. Unta la padella con lardo o con olio e lasciata scolare per un po’, con un mestolo si versa l’impasto un poco alla volta, e lasciando cuocere a fuoco basso, così da ottenere delle frittatine molto sottili.
Probabilmente le scrippelle sono una derivazione rielaborata delle crêpes francesi, mentre scrippelle ‘mbusse sembrano essere un'invenzione di un cuoco teramano Messer Enrico dei Castorani inziata dalla fortuita caduta di un piatto di crepes, preparato da un cuoco fracese di stanza a Teramo con le truppe.