La finanziera è un piatto della tradizione piemontese, di origini molto antiche ed incerte. Secondo alcune fonti nasce alla fine ‘700 nell'Ovest Piemonte e nella vicina Francia come piatto povero che utilizzava le parti considerate meno nobili degli animali macellati, ossia le interiora, che venivano lasciate a chi eseguiva la macellazione, e subito cotte, preparate e consumate.
Secondo altre fonti pare che la finanziera venisse offerta agli esattori dei dazi sugli animali venduti e macellati, e da qui il suo nome.
Un’altra ipotesi fa risalire il nome ai funzionari d’alto rango dello stato sabaudo che vestivano, per l’appunto, la finanziera e che gradivano molto questa piatto: le loro mogli preparavano questo piatto con le parti del pollo che avevano ricevuto in dono dalle famiglie contadine della campagna, che si volevano così ingraziare i loro potenti mariti.
Nella cucina francese dell’800 la finanziera è utilizzata come contorno o guarnizione, mentre nel Piemonte dell’800 è un piatto diffuso, raffinato, inserito nei pranzi eleganti e di grandi occasioni, come le nozze, le celebrazioni ufficiali e i pranzi di gala.
Oggi è una vera prelibatezza per gli estimatori delle interiora e le frattaglie, che devono essere freschissime e di animali sani ed allevati naturalmente.
Può essere presentata in tavola da sola come piatto di mezzo, oppure, riducendo proporzionalmente le dosi, come accompagnamento di un risotto bianco o uno sformato di verdure.
Si accompagna molto bene ad un rosso piemontese come il Nebbiolo d'Alba.