Carignano e Moncalieri
Topinambur

Il Topinambur, comunemente conosciuto in Piemonte con il nome di Ciapinabò (anche con le forme topinabò, tapinabò), è prodotto nei comuni di Carignano e Moncalieri (Torino), tra settembre e novembre.
E' un tubero ricavato da una pianta erbacea originaria del Nord America, introdotto in Europa nel cinquecento.
La polpa è carnosa e bianca, di sapore delicato, vagamente simile al carciofo, di cui è un buon sostituto in quanto più economico e pratico.

Gli steli fiorali, alti anche più di due metri, terminano con larghi capolini gialli, simili a grandi margherite; l'apparato radicale è costituito da radici striscianti con tuberi di colore rosso-violaceo o di colore bianco, dalla forma irregolare e dalla polpa bianca, che rappresentano la parte commestibile.
La varietà con i tuberi rossi è coltivata prevalentemente nei terreni sabbiosi sulle rive del Po, mentre la varietà a tuberi bianchi è diffusa anche in terreni meno irrigui.
I valori nutrizionali del topinambur sono simili a quelli del carciofo, infatti ha poche calorie e contiene una buona quantità di fibre solubili, come l'inulina, che aiutano ad abbassare la glicemia; inoltre favorisce la secrezione lattea durante l'allattamento e combatte la ritenzione di liquidi.
I topinambur si possono mangiare crudi a fettine sottili o cotti, dopo averli pelati. Ridotti a cubetti di un cm di lato, necessitano di 10 minuti di cottura se bolliti, 15- 20 minuti se stufati. Si possono utilizzare in tutte le ricette, alla pari del carciofo.
Nella cucina piemontese sono tipici con la bagna cauda e la fonduta.

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