Gallina Bionda Piemontese

Un tempo la gallina Bionda Piemontese era diffusa nelle cascine del Piemonte: durante e dopo la guerra la maggior parte delle aziende piemontesi e valdostane possedevano animali da cortile e in particolare, per quanto riguardava il pollame, allevavano polli locali definiti razza Bionda Piemontese. Negli anni sessanta l’allevamento industriale e lo sviluppo di un’agricoltura intensiva hanno soppiantato questa razza tradizionale, adatta esclusivamente all’allevamento all’aperto.
Fortunatamente nel 1999 l'Istituto Professionale per l'Agricoltura Verzuolo (Cuneo), in collaborazione con Slow Food, ha intrapreso un'attività di recupero, non solo nei riguardi della Bionda Piemontese, ma anche dell'altra razza autoctona del territorio, la Bianca di Saluzzo.
Si è così istituito un Presidio Slow Food e tutti gli allevatori seguono un disciplinare rigoroso, in modo da garantire una qualità molto alta, e nel 2002 la diffusione delle due razze sul territorio ha trovato nuovo slancio grazie alla realizzazione di un incubatoio loro dedicato.

Attualmente alla Bionda Piemontese vengono attribuiti altri nomi come: Bionda di Villanova, Bionda di Cuneo, Rossa delle Crivelle o ancora nostralina.
Le Bionde vengono allevate in modo estensivo a terra, libere di pascolare nei prati, da alcune decine di allevatori nella pianura di Cuneo e nella zona di Villanova al confine tra le province di Asti e Torino.
Oltre che per la produzione di uova e di carne, la gallina Bionda Piemontese viene utilizzata per la produzione del cappone di Morozzo, pollo maschio castrato chirurgicamente, privato di cresta e bargigli, prodotto per Natale, caratterizzato da carne tenera e sapida.
Ogni anno a Villanova (Asti) il primo giovedì di settembre si tiene la Mostra-Mercato del Pollo Agostano; mentre a Fossano (Cuneo) la seconda domenica di novembre si svolge la Mostra-Mercato della Bionda di Cuneo.

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