In Italia il miele di lavanda selvatica viene prodotto soprattutto in Sardegna dove, nelle macchie degradate da incendi ad altitudini sino ai 600 metri sul livello del mare, cresce spontaneamente la lavanda confondendosi con il cisto, il mirto e il lentisco.
Fin dall'antichità la lavanda veniva usata in Sardegna: in Gallura per bruciare le setole del maiale da ingrasso alla sua uccisione e in altre zone veniva pestata fresca in olio d'oliva per essere poi utilizzata come cicatrizzante e anche contro il morso degli insetti.
Il miele di lavanda selvatica è di difficile reperibilità e si distingue dai soliti mieli per il suo effetto "saponoso" che può ricordare a chi lo assaggia per la prima volta.
Ha un colore chiaro con leggeri riflessi ambra, un aroma balsamico e profumato e un gusto non dolce.
Cristallizza molto velocemente e al palato rimane molto persistente nonostante non sprigioni dei particolari profumi, ma lascia in bocca una piacevole sensazione di lavanda balsamica.
In cucina è molto apprezzato e lo si consuma al naturale oppure abbinato a formaggi di gran struttura o nelle tisane.
Per la sua tipicità, il miele di lavanda selvatica fa parte dell'Arca del Gusto della Fondazione Slow Food, progetto avente come obiettivo il recupero e la salvaguardia di piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall'agricoltura industriale, dal degrado ambientale e dall'omologazione.