Un proverbio napoletano recita essere 'na galletta 'e Castiellammare (essere una galletta di Castellammare), per indicare una persona avara. L'origine si deve riferire ai biscotti duri e insipidi (gallette) che i marinai si portavano a bordo delle barche e che immergevano nell'acqua di mare per poterle mangiare. In questo modo, grazie al sale marino, si ammorbidivano e si insaporivano. Siccome il tempo di permanenza dell'ammollo era elevato, si può anche dire a persona avara che e' stata trentasej'anne pe' mmare a nun s''e spuniata ancora.
La Galletta Stabiese nasce a Castellammare di Stabia, comune vesuviano sul golfo di Napoli all'inizio della Penisola Sorrentina. E' nota anche come biscotto di mare, perché apprezzato e consumato già in epoca remota dai marinai: era l'ideale come scorta alimentare di velieri e mercantili per le lunghe traversate marittime perché non ammuffiva.
E' simile ad un biscotto, dalla forma tondeggiante e schiacciata, con vent'otto buchi sulla superficie. Ha un impasto di pane privo di lievito e sale, cotto per un tempo addirittura doppio rispetto al comune pane, in modo da eliminare qualsiasi traccia di umidità. A Castellammare di Stabia i produttori stabiesi di questo caratteristico sfarinato venivano identificati come gallettari.