Pecora alpagota

Ad Alpago, comunità montana situata nella zona sud orientale della Provincia di Belluno, fin dal 1900 la zootecnia ha avuto un ruolo importante nell’economia di molte famiglie. Il legame locale con l’allevamento del bestiame è testimoniato dalla presenza di numerose malghe nella fascia tra i 1000 e i 1600 metri.
Nonostante venisse preferito l'allevamento bovino a quello ovino, anche quest'ultimo risultava importante per l’economia rurale: quasi ogni famiglia era proprietaria di alcuni capi, da 2 a 7 in media, che consentivano di soddisfare alcune necessità primarie, dall’alimentazione all’abbigliamento.
In quest'area è presente da secoli una razza autoctona, la pecora alpagota, che continua ad essere allevata seguendo le antiche tradizioni.
E' piccola, con un mantello folto, fine e ondulato che la ricopre totalmente dal ginocchio e dal garretto fino all’osso frontale.
Possiede una singolare maculatura scura, orecchie minute, a volte quasi inesistenti, e un curioso profilo montonino.

E' una razza rustica, adatta all’ambiente alpino, ma altrettanto idonea all’allevamento in stalla.
Considerata ovino a triplice attitudine, cioè valida sia per la carne sia per la produzione di latte e di lana, oggi l’Alpagota è allevata quasi esclusivamente per l’ottima carne.
Purtroppo come molte altre razze autoctone, la pecora alpagota si è drasticamente ridotta: ci sono ormai poco più di un migliaio di capi e per questo motivo la Comunità Europea ha inserito l'ovino tra le specie locali minacciate di estinzione e l'Istituto Professionale di Stato per l'Agricoltura e l'Ambiente "G.Corazzin" di Colle Umberto in provincia di Treviso ha avviato delle attività di recupero della razza aderendo nel 1996 al programma Agro-ambientale della Regione, relativo all'Allevamento di specie locali in via di estinzione.
Grazie a ciò nel 1998 la Regione Veneto ha ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole il riconoscimento sotto la denominazione di "Pecora Alpagota" e per l'"Agnello di Alpago" è stato istituito un Presidio di Slow Food sostenuto dalla Regione Veneto, da Veneto Agricoltura e dalla Comunità Montana Puos d’Alpago.

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