Biscotti di Ceglie

Ceglie Messapica (Br) è un ridente comune situato tra la Valle d’Itria e l’Alto Salento, terre conosciute, fra le altre cose, per l’eccellenza dei mandorleti. Non è dunque un caso che da secoli la popolazione cegliese, a casa come in bottega, sforni con fierezza quello che ormai è diventato un simbolo cittadino: u ‘pscuett, comunemente chiamato Biscotto di Ceglie. Si tratta di un dolcetto a base di pasta di mandorle rigorosamente della varietà rivièzz (detta anche Cegliese, nota per la sua fioritura tardiva) con ripieno di confettura di ciliegie o di uva.

La sua forma è quella di un cubetto irregolare, mentre il suo impasto è costituito da mandorle in parte scottate in acqua, in parte tostate, poi macinate in modo da non disperdere completamente la grana del frutto. Tale composto viene poi arricchito con l’aggiunta di zucchero, miele e scorzetta di limone, bagnato con rosolio di agrumi, e infine rassodato con delle uova. A lavorazione ultimata, si formano delle striscioline (su cui viene spalmata la confettura) poi arrotolate e tagliate a formare dei quadratini destinati a cuocere in forno per una ventina di minuti. Una volta cotti, i deliziosi cubetti possono essere glassati o guarniti con del cacao.

Nella tradizione cegliese, questi squisiti biscotti corredavano immancabilmente le bomboniere di nozze, e ancora oggi sono gli irriducibili protagonisti della tavola durante le principali ricorrenze festive. Per il biscotto di Ceglie è stato istituito un Presidio Slowfood il quale prevede che tutte le materie prime provengano dal contado cegliese: dunque mandorle du rivièzz (in italiano pettirosso, uccello particolarmente avvezzo a beccarle, in virtù del loro guscio semiduro), ciliegie capa di seta, mascialora, cirasona e uva di vitigni autoctoni brindisini per la confettura.

Daniela Dioguardi

Suggerimenti

Si ringrazia Luca Verardi del Forno a Legna Allegrini per la segnalazione e per la foto

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